
Sport e disabilità: la Disabili No Limits e Giusy Versace lanciano la 8^ Scarpadoro Ability
Domenica 17 marzo a Vigevano, nell’ambito della 13^ Scarpadoro Half Marathon, torna la corsa non competitiva di 5 km dedicata alle persone con disabilità ideata da Giusy Versace.
Milano, 21 febbraio 2019 – Dopo il successo della Happy Run For Christmas dello scorso 2 dicembre a Reggio Calabria, prosegue l’attività promozionale della Disabili No Limits di Giusy Versace.
Domenica 17 marzo, la Versace e la sua onlus saranno impegnate a Vigevano per regalare una giornata speciale alle tante persone con disabilità che prenderanno parte all’ottava edizione della Scarpadoro Ability, la corsa non competitiva di 5 km, ideata e voluta proprio dall’atleta paralimpica e inserita nel contesto della 13^ Scarpadoro Half Marathon.
La Scarpadoro Ability è una corsa-camminata che si sviluppa lungo i primi chilometri del percorso della mezza maratona, passando per Piazza Ducale, il Castello Sforzesco e lungo le strade più suggestive del centro storico di Vigevano.
Ogni anno partecipano all’iniziativa moltissime ragazzi e persone disabili, che vengono accompagnati lungo il percorso di gara da “atleti-spingitori”, volontari e da colorati e simpatici “Super Eroi”, che renderanno ancora più divertente la corsa-camminata. Saranno presenti anche alcuni atleti del “Giro d’Italia di Handbike” e tutti potranno provare a guidare una ’handbike grazie a Hanbike Garage.
“Anche quest’anno il nostro impegno sarà quello di coinvolgere il maggior numero di ragazzi, spingerli ad uscire di casa e coinvolgerli nelle attività all’aria aperta, per dimostrare che lo sport è una terapia efficace anche per abbattere barriere mentali e ritrovare il sorriso e l’allegria – commenta Giusy – la Scarpadoro Ability è una delle tappe più importanti del calendario di manifestazioni e incontri che organizzo con la mia onlus durante l’anno per promuovere lo sport come strumento di coesione e aggregazione sociale”.
La partenza della Scarpadoro Ability, così come per tutte le altre distanze (21K-10K-5K) è prevista alle ore 9.30 dallo Stadio Comunale Dante Merlo di Vigevano. L’iscrizione alla Scarpadoro Ability è gratuita e a tutti i partecipanti verrà regalata una t-shirt ricordo, una medaglia celebrativa e offerto un ricco ristoro al traguardo.
La Scarpadoro Ability è organizzata da Atletica Vigevano e dal Comune di Vigevano, in collaborazione con Disabili No Limits e Escape Team.
Tutte le informazioni sulle modalità d’iscrizione e partecipazione alla Scarpadoro Ability sono disponibili sul sito www.scarpadoro.it.
E’ possibile scrivere una e-mail a: danichiesa@virgilio.it oppure a info@disabilinolimits.org
Una foto della passata edizione

Mega occhiali per guardare meglio
Il tempo corre in fretta, portando via con sé parte del passato, ma lasciandoci i ricordi vissuti, e soprattutto donandoci la possibilità di vivere un altro appuntamento con il nostro laboratorio.
Dimenticavo di dire che il salame di cioccolato che abbiamo fatto l’altra volta era squisito, grazie ai volontari che per quel pomeriggio ci hanno prestato le loro mani.
Questa volta dovremo portare un cartoncino 50×70 del colore che più ci piace.
C’è in vista il carnevale, e credo proprio che oggi prepareremo una bella mascherina oppure qualche altra cosa sempre inerente a questa occasione.
Il ritrovo è fissato per le 15, e tutti noi che staremo insieme oggi pomeriggio, prendiamo posto ai nostri tavoli di lavoro.
Dal nostro cartoncino ritagliamo un piccolo bordo che graffetteremo intorno a due piatti di plastica, in cui abbiamo disegnato e colorato la sagoma di un occhio.
Non dimentichiamoci di fare le sopracciglia, sempre di cartone , e qualche decorazione per rendere più vistosi i nostri occhiali.
Per finire il tutto, è il momento di fare un’asta col cartoncino che unisce i due occhi, e attaccare due fili che ci permettono poi di legarli alla nostra testa, in maniera che non ci cadano.
A questo punto, ci mettiamo tutti davanti al flash; pronti?
1, 2, 3, e click. Ma la fotografia più bella di questo pomeriggio trascorso insieme resterà chiusa nel nostro cuore.
Non mi resta altro che augurarvi un buon carnevale, e darvi appuntamento alla prossima.
CAROLA – Sottosezione di Merate
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L’amore che mi resta
Giovedì 8 novembre, alle ore 21 al Centro Pastorale Cardinal Ferrari, prenderà il via un percorso che la Sottosezione dell’Unitalsi di Como propone a tutti coloro i quali si trovano ad affrontare la fatica di elaborare il lutto e a tutti coloro che sono interessati all’approfondimento di tale momento della vita. A questo primo incontro, in cui verrà data una lettura sociologica del lutto, ne seguiranno altri. Il secondo sarà giovedì 13 dicembre e interesserà la prospettiva psicologica dell’elaborazione del lutto. Nel terzo incontro, giovedì 24 gennaio 2019, si affronterà la dimensione comunitaria ed ecclesiale del lutto. Si concluderà giovedì 21 febbraio prendendo in considerazione la prospettiva pastorale e spirituale.
Il percorso è un’occasione preziosa, permettendo di incontrare una realtà nascosta, per prendere coscienza della realtà del fine vita, talvolta affrontato solo secondo angolazioni non sempre illuminate e frequentemente solo funzionali.
“L’amore che mi resta” … è il titolo che annuncia e collega i vari momenti del percorso. Ci aiuterà a svilupparlo don Alberto Curioni, sacerdote della diocesi di Lodi, da tempo impegnato a riflettere e a educare considerando la realtà della sofferenza umana e ciò che la circonda. A lui il compito prezioso di essere “filo conduttore” dei vari incontri che si susseguiranno a scadenza mensile.
Don Alberto è Direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute nella diocesi di Lodi ed è docente presso l’ISSR di Lodi, Crema, Cremona e Pavia. Meritano di essere ricordati due libri da lui scritti. L’ultimo in ordine di tempo Guariti dalla misericordia. Pagine evangeliche e testimonianze di oggi (2016) è stato preceduto da Il dono delle lacrime (2012). Per più di un decennio è stato Assistente Spirituale della Sottosezione di Lodi e già le Sottosezioni di Como e di Sondrio lo hanno avuto come guida dell’ultimo ritiro spirituale nella scorsa quaresima.
Attraverso questi incontri l’Unitalsi intende proporsi esprimendo il suo servizio alla Chiesa e attuando il carisma che la vede impegnata a rendere protagonista della vita ecclesiale chi vive situazioni di limite e di sofferenza sia fisica che spirituale. Ci attendiamo che il percorso sia strumento di crescita personale e di condivisione ecclesiale.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTARE LA SEDE DI COMO
Tel. 031 – 30 44 30
como@unitalsilombarda.it
martedì e giovedì 15:00 – 18:00
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6 Ruote per la speranza – Monza, 14 ottobre
Si è rinnovato un appuntamento tradizionale.
Monza 6 RDS: in pista su automobili da sogno
di Marco Maggi
Data insolita il 14 ottobre per un appuntamento fisso del calendario dell’Unitalsi Lombarda come 6 Ruote di speranza, 6RDS, la cui edizione e numero 32 si è svolta all’autodromo di Monza in anticipo rispetto alla consuetudine del primo novembre (a causa della concomitanza con le finali del Ferrari Challenge). L’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, sezione di Monza, organizza la manifestazione che permette a persone con disabilità di effettuare giri di pista dell’autodromo brianzolo a bordo sia di macchine da sogno – Ferrari, Lamborghini, Porsche eccetera – sia di auto storiche. Oltre a poter salire, all’interno dei parcheggi dell’autodromo, su camion, fuoristrada o effettuare simulazioni di volo in appositi apparecchi. Le condizioni meteorologiche primaverili, a dispetto della data, hanno favorito la partecipazione all’evento di migliaia di persone, tra cui circa 180 unitalsiani, soprattutto giovani. Il ritrovo era fissato presso il box 22-23, dove alcuni dei referenti giovani delle sottosezioni si erano dati appuntamento presto per predisporre e facilitare le iscrizioni. Al tavolo delle iscrizioni caffè, tè caldo e brioche, preparati dai furgonieri di Vedano al Lambro, davano il benvenuto per una piccola colazione, in attesa dell’arrivo in pista dei bolidi. L’attesa in coda ad aspettare il proprio turno per i giri passava veloce tra un sorriso, una fotografia, uno sguardo sognante verso le macchine in arrivo e il desiderio di provarle tutte. Quindi tutti a Casa Francesco, centro diurno per i servizi sociali del comune di Vedano al Lambro, gestito dagli amici dell’Unitalsi, per il pranzo, dopo le parole di accoglienza del sindaco Renato Meregalli. Nel pomeriggio nella parrocchiale di S. Stefano il parroco don Eugenio Dalla Libera ha celebrato la messa con canti e letture a cura degli unitalsiani, così da ricordare il carattere ecclesiale dell’Associazione.
Read MoreProgetto Alternanza Scuola-Lavoro
Il volontariato a Lourdes con l’Unitalsi è entrato a far parte del progetto di Alternanza Scuola Lavoro.
L’Alternanza scuola lavoro, in conformità alla legge 107/2017, rappresenta uno strumento per trasmettere agli studenti nuove abilità, conoscenze e competenze per entrare nel mondo del lavoro, ma anche consapevolezza e autenticità, quale l’iniziativa unitalsiana sa offrire.
L’Istituto Zaccaria di Milano è uno degli istituti che ha scelto di intraprendere con noi questa esperienza.
Al loro rientro, gli studenti del liceo hanno pensato di realizzare un video per raccontare ciò che hanno vissuto.
Avrà trasmesso loro qualche bel ricordo?
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Papa Francesco invita i fedeli di tutto il mondo a pregare il Rosario ogni giorno a ottobre per “proteggere la Chiesa dal diavolo”
Papa Francesco ha deciso di “invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno, durante l’intero mese mariano di ottobre; e a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi”. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede. Nei giorni scorsi, prima della partenza per i Paesi Baltici, il Santo Padre ha incontrato padre Fréderic Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera per il Papa, e gli ha chiesto di diffondere in tutto il mondo questo suo appello a tutti i fedeli, invitandoli a concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium”, e con la preghiera a San Michele Arcangelo che ci protegge e aiuta nella lotta contro il male (cfr. Apocalisse12, 7-12). La preghiera – ha affermato il Pontefice pochi giorni fa, l’11 settembre, in un’omelia a Santa Marta, citando il primo libro di Giobbe – è l’arma contro il Grande accusatore che “gira per il mondo cercando come accusare”. Solo la preghiera lo può sconfiggere. I mistici russi e i grandi santi di tutte le tradizioni consigliavano, nei momenti di turbolenza spirituale, di proteggersi sotto il manto della Santa Madre di Dio pronunciando l’invocazione “Sub Tuum Praesidium”.
L’invocazione “Sub Tuum Praesidium” recita così:
“Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.
[Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta].
Con questa richiesta di intercessione, prosegue la nota, “il Santo Padre chiede ai fedeli di tutto il mondo di pregare perché la Santa Madre di Dio, ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato e impegnata a combattere senza nessuna esitazione perché il male non prevalga”.
Il Pontefice ha chiesto anche che la recita del Santo Rosario durante il mese di ottobre si concluda con la preghiera scritta da Leone XIII:
“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.
[San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen].
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Lonato 2018 World Shooting Para Sport Para Trap
Unitalsi Lombarda Away Game sarà presente con l’ausilio di 7 pulmini attrezzati per il trasporto degli atleti e dei loro staff.
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«Siate una benedizione per chi vi incontra». Il diario del pellegrinaggio della diocesi di Milano a Lourdes con l’arcivescovo Delpini
Lorenzo Rosoli, inviato di «Avvenire» a Lourdes
«Siate sempre persuasi che la vostra vita è benedetta da Dio e siate, per chi vi incontra, una benedizione». Sono le parole che l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha consegnato ai 2.300 ambrosiani al termine del pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Parole affidate ai fedeli delle parrocchie, ai pellegrini ammalati e disabili, ai volontari del Cvs, dell’Oftal, dell’Unitalsi, che si sono presi cura di loro, domenica 16 settembre all’Angelus. Ultimo giorno nella città di Bernadette Soubirous, per l’arcivescovo, mentre la gran parte dei pellegrini è rimasta fino a martedì 18.
Giorni intensi nel segno della condivisione. Eucaristia, Parola di Dio, preghiera comunitaria e personale. E solidarietà: con operatori e volontari – non pochi, i giovani – ad affiancare e servire i pellegrini «fragili». Gli uni per gli altri, benedizione e dono. Com’è sempre, nei pellegrinaggi a Lourdes. Com’è stato anche stavolta, in questo primo pellegrinaggio della diocesi di Milano guidato dall’arcivescovo Delpini e contrassegnato da due anniversari: nel 160° delle apparizioni alla Grotta di Massabielle, i sessant’anni dal pellegrinaggio che, nel giugno del 1958, l’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini – futuro Papa col nome di Paolo VI; prossimo santo, in virtù della canonizzazione della prossima domenica 14 ottobre – guidò a Lourdes quale rendimento di grazie per la storica Missione cittadina dell’anno precedente.
Le vesti di Montini, la Croce del Sinodo «Chiesa dalle genti»
In quell’occasione Montini donò al Santuario francese le vesti liturgiche che da allora indossano sempre i pastori ambrosiani in visita a Lourdes. Così ha fatto anche Delpini, nelle celebrazioni di questo pellegrinaggio accompagnato, ad ogni tappa, dalla Croce del Sinodo minore diocesano «Chiesa dalle genti» ormai prossimo alla conclusione e per il cui felice esito si è pregato. Ed è nella luce e nella compagnia del Crocifisso che – venerdì 14 settembre, Esaltazione della Croce – si è aperto il pellegrinaggio. Con l’arcivescovo a ricordare, nell’omelia della Messa nella Basilica San Pio X, che «la tenerezza di Dio non è una cura palliativa, non è il sollievo di un gesto di compassione, ma la rivelazione di un nome che salva: Gesù Cristo è Signore». È nel suo nome che gli uomini si scoprono «figli amati, chiamati alla vita». Si scoprono fratelli.
«Nella Chiesa di Dio, popolo in cammino, non ci sono stranieri»
Ecco, dunque, che «nella Chiesa di Dio non ci sono stranieri, non ci sono “noi” e “gli altri”. Le differenze non dividono, tutti si riconoscono fratelli e sorelle, tutte le tradizioni culturali della terra sono invitate ad essere un cuore solo e un’anima sola. Così la comunità dei credenti, i quali hanno un solo criterio: ascoltare Gesù», ha affermato Delpini sabato 15 settembre, giorno che la Chiesa dedica alla Beata Vergine Addolorata, nella Messa alla Grotta. È ai piedi del Cristo Crocifisso, dove Maria e Giovanni, nel reciproco affidamento, ascoltano e obbediscono alla parola di Gesù, che «nasce la Chiesa, la comunità nuova», che «dei due fa un popolo solo». È la comunità «mandata per portare il lieto annuncio ai miseri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà agli schiavi», ha detto Delpini. Un «popolo in cammino» che «non cerca potere e prestigio, non vuole essere riverito: noi siamo mandati per servire, farci carico del soffrire, diffondere la gioia. Come Gesù, che è venuto non per essere servito ma per servire», ha ricordato l’arcivescovo, davanti ai pellegrini malati, anziani, disabili, e ai loro «samaritani».
Inoltre: la Chiesa «è la comunità che sperimenta che la croce non è un’obiezione all’amore di Dio, ma una via per impararlo». Di fronte alla prova destabilizzante della malattia, della sofferenza, dell’ingiustizia, è istintivo sentirsi abbandonati da Dio o immaginare un Dio distante, o crudele. In realtà: «Il vero volto di Dio non è quello di una divinità lontana e indifferente. È quell’uomo crocifisso, insultato, rifiutato, il vero volto di Dio. È il Figlio crocifisso l’ultima rivelazione di Dio, la sua presenza più persuasiva, a dirci che Dio è amore. Per tutti».
Fra liturgia e servizio quotidiano ai pellegrini «fragili»
Quale sia la via, quali le esigenze, della sequela, lo ha chiarito Delpini domenica 16, presiedendo nella Basilica San Pio X – capace di 25mila persone egremita, quella mattina – la Messa internazionale, concelebrata dal vescovo ausiliare di Milano Erminio De Scalzi, dall’ausiliare emerito Marco Ferrari, dal vescovo emerito di Mantova Roberto Busti, assistente dell’Unitalsi Lombarda, da alcuni vescovi di altri Paesi e da un centinaio di sacerdoti. Delpini ha impostato la sua omelia come un dialogo fra il Signore e i discepoli. «Se venite dietro a me dovrete seguire il mio esempio, essere servi gli uni degli altri, amare tutti fino a dare la vita per gli altri, fino a morire», dice Gesù. «Noi vogliamo venire dietro a te: solo con te c’è la gioia, c’è la pace, c’è la speranza di vita eterna», è la risposta dei discepoli. Una risposta affidata a tutti i pellegrini, sia i sani, sia i malati, sia quanti si prendono cura di loro. Parole che hanno preso voce, volto, carne, nella miriade di gesti di servizio e di fraternità che costellano la quotidianità, e visibile, e nascosta, di ogni pellegrinaggio.
Così le giornate dell’arcivescovo. Scandite non solo dalle Messe e dalle processioni, ma anche da momenti di visita e di incontro. Come quello con l’équipe del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes e col suo presidente, l’italiano Alessandro De Franciscis – dove Delpini ha lasciato la sua firma sul “libro d’oro”, mentre gli venivano mostrate le firme di santi ospiti come l’ambrosiana Gianna Beretta Molla.
La casa di accoglienza a Milano? «Un sogno ispirato da Dio»
Altre visite, vissute in un clima di commozione e gioia palpabili, quelle alle strutture nelle quali Cvs, Oftal eUnitalsi accolgono a Lourdes i pellegrini «fragili». Momenti di incontro, parole di saluto e di benedizione. E tante foto ricordo, rito al quale l’arcivescovo, sorridente e cordiale, non si è mai sottratto. Sono luoghi del farsi prossimo, questi. Come la casa d’accoglienza per i familiari di bambini ricoverati negli ospedali di Milano che il presidente di Unitali Lombarda, Vittore De Carli, sogna di realizzare, e di intitolare ad un grande, indimenticato amico e volontario dell’associazione, Fabrizio Frizzi. «Un sogno ispirato da Dio», lo ha definito Delpini, intervenendo – proprio a Lourdes, sabato 15 – alla presentazione del libro di De Carli «Dal buio alla luce con la forza della preghiera» (Libreria editrice vaticana), i cui proventi vanno alla realizzazione di quel sogno. «Per quanto mi è possibile, cercherò, come diocesi, di sostenere l’iniziativa. Milano è centro di eccellenza della medicina, richiama ammalati da fuori, ma non ha un’adeguata capacità di ospitare i loro familiari», ha riconosciuto l’arcivescovo.
Nel libro De Carli racconta l’esperienza, dolorosa e luminosa insieme, della malattia che lo ha colpito – culminata nei 47 giorni di coma – e del cammino verso la guarigione. «La malattia può isolare, scrive Vittore. Nel suo caso la malattia sa convocare, e generare solidarietà», ha affermato monsignor Dario Viganò, assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo – dopo l’arcivescovo – all’incontro di presentazione del libro moderato da Graziella Moschino, vicepresidente Unitalsi Lombarda. «Senza preghiera, noi siamo senza Dio. E senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri», ha detto a sua volta il vescovo Busti, citando Madre Teresa di Calcutta. Infine De Carli: a testimoniare come l’esperienza della malattia gli abbia confermato il ruolo decisivo dei familiari e degli amici nel cammino di guarigione, ma gli abbia mostrato una volta di più le difficoltà che i familiari spesso incontrano per stare vicini ai loro cari. Ecco, dunque, l’idea della casa che si vuole aprire a Milano. Un sogno che ha bisogno di essere sognato da molti – dal «popolo» dell’Unitalsi, in primis – per diventare realtà. Benedizione che renda Milano ancora più accogliente.
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